“Quando la miseria è già abbastanza grave, il domani raramente viene preso in considerazione nelle decisioni” – Monica in Yellowstone
Anni fa chiesi a mio padre quale fosse il suo genere preferito e la risposta non si fece attendere: Western. Il mio vecchio era nato pochi anni prima di uno dei capolavori di quel gigantesco e magnifico immaginario: C’era una volta il West, di Sergio Leone. Mi disse di aver visto quel film innumerevoli volte perché, all’interno, c’erano tutti gli ingredienti relativi al western, il suo genere preferito. C’era una volta il West divenne così un appuntamento fisso anche per me, un modo per riuscire a guardare la televisione insieme a mio padre, a quattro passi dalla felicità. Oggi, grazie a quella tradizione, ho scoperto che anche io sono un grande appassionato delle storie in cui potere, vendetta, onore e progresso si alternano con maestria.
Dopotutto, nei tempi odierni, in cui vengono sfornate tantissime serie tv di ogni genere, è ancora più facile incontrare (e guardare) questo tipo di narrazioni. Tra tutte, Yellowstone è assolutamente quella che preferisco. Taylor Sheridan è riuscito a creare un mondo tanto affascinante quanto sfaccettato, in cui il genere western si confonde abilmente con altri micro organismi narrativi. Per questo motivo Yellowstone, una serie in cui drammaticità e azione fanno da padrone, può risultare godibile anche agli occhi di chi rifugge il western. Anche agli occhi di chi ha sempre amato altro, Yellowstone può apparire come un gioiellino da custodire con delicatezza. Ma non è l’unica.
Oggi vi facciamo conoscere 5 serie tv, come Yellowstone, che potrebbero piacere anche a chi non ama il genere western:
Deadwood
Deadwood è l’ennesimo colpo grosso targato HBO di cui, purtroppo, non si parla abbastanza. Detentrice di tre Emmy Award, la serie creata da David Milch ha saputo mescolare personaggi realmente esistiti e altri fittizi, eventi storici e inventati. Deadwood, il nome che dona il titolo alla storia, è una città che vive senza leggi e non riconosciuta dallo Stato, dove ogni sorta di criminale pensa sia giusto fare la voce grossa per dominare il branco. In questo contesto marcio e desolato regna la legge del più forte, quella per cui i più fragili sono esseri dimenticati dal mondo e da Dio. Al Swearengen, uno dei pionieri fondatori della città, è il padrone dell’unico saloon della città, appannaggio della malavita e luogo in cui gestisce i suoi affari loschi. Ma ben presto gli ordinari schemi di Deadwood cambiano quando altri personaggi, tra cui Seth Bullock e Wild Bill Hickok, (Al pari di Buffalo Bill e Calamity Jane, è stato un personaggio realmente esistito del Far West ) arrivano in città con la speranza di iniziare una nuova vita.
L’intreccio di queste storie regala un tipo di narrazione trasversale in cui ogni personaggio trova la sua strada e ogni spettatore un beniamino a cui affezionarsi. La coralità dell’opera riflette anche un cast incredibile, calato perfettamente negli intrighi di cui Deadwood si arricchisce. Azione, dramma e momenti iconici accompagnano una qualità di scrittura sublime nonché uno scenografia capace di catturare ogni oggetto come se fosse il protagonista. Insomma, tirando le somme, Deadwood è una delle serie più belle in circolazione, non solo una di quelle più riuscite all’interno del genere western.
Yellowstone ( e i suoi spin-off )
Parlare di Yellowstone come se fosse ‘solo’ una serie tv mi risulta difficile perché, lungi da sembrare noioso, trovo l’opera di Sheridan un vero e proprio universo da cui attingere passione e bellezza. La storia della famiglia Dutton, proprietaria di un ranch spesso minacciato nel Montana, è raccontata come si racconta una poesia: con occhi meravigliati. Il genere western, in questo caso, risulta solo una cornice in cui trovano posto quadri mozzafiato, citazioni iconiche e personaggi indimenticabili. Kevin Costner è John Dutton, un uomo che sa quanto significa lottare per preservare qualcosa di importante, come il ranch, o più semplicemente, la sua famiglia. Il senso di protezione verso il suo nido diventa il perno da cui gira l’enorme giostra di Yellowstone, fatta di spettacolari scontri all’ultimo sangue e corse chilometriche a cavallo.
Da Yellowstone, come figlie bellissime, sono nate altre serie tv, tra cui due fantastici prequel: 1883 e 1923. Entrambe hanno saputo reggere il peso del confronto e sbaragliare ogni critica primordiale, aprendo nuovi orizzonti di una serie che era già di per sé sconfinata. Grazie a questi spin-off abbiamo seguito gli antenati della famiglia Dutton attraverso un’America completamente diversa, segnata da epidemie e banditi. Un punto di vista diverso che ha ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, quanto è stato bravo Sheridan a creare mondi in cui il peso esistenziale domina la scena, più dei colpi di pistola.
Texas Rising
Se dovessi consigliare una serie tv da cui partire per amare il western sarebbe Texas Rising. La serie è la perfetta fotografia di un Texas abbandonato a sé stesso, un luogo in cui vivere non era il ‘compito’ più facile del mondo. Neppure sopravvivere. L’anno in cui si collocano gli avvenimenti è il 1836, nei giorni in cui il coraggioso generale Houston, coadiuvato da un gruppo di ranger e a una serie di improbabili alleati, fu chiamato a lottare con tutte le sue forze contro un esercito di invasori. La portata della guerra è universale, chiama in causa i sogni e le speranze di chi non si ferma di fronte all’oblio. Texas Rising, attraverso una storia in cui l’avventura sembra un uragano, ci presenta una vasta gamma di personaggi, tutti diversificati e stratificati: indiani, eserciti messicani, soldati statunitensi ed esuli in cerca di redenzione. Ho trovato geniale il modo in cui, nella serie, viene tratteggiato il peso delle azioni: tutte portano una conseguenza importantissima, persino leggendaria.
Un’altra serie che, come Yellowstone, vi farà innamorare del genere western: Godless
Godless è una storia di vendetta: Nel 1884, Frank Griffin è un fuorilegge che va alla ricerca del suo ex amico e figlio adottivo, Roy Goode, che lo ha tradito. Tutto diventa complicato per Frank Griffin quando scopre che Roy si nasconde in una città chiamata La Belle, dove le donne regnano senza timore. Loro faranno di tutto per proteggere la loro città dalla vendetta di Griffin, il quale aveva giurato di uccidere chiunque avesse aiutato Goode. Il punto di vista femminile dona alle serie un affresco innovativo e interessante del genere western, in questo caso non più solo terra fertile di scontri tra uomini. Se Netflix ci ha spesso abituati a contenuti mainstream, Godless si pone come un outsider di nicchia, una serie in cui la violenza non risparmia i suoi nemici. Il gioco di luci e ombre, portato avanti da una perfetta macchina fotografica, riesce a catturare tutta l’intensità dei piani sequenza, dove ogni ambiente o dettaglio è al centro del focus. Anche in questo caso si viaggia a cavallo, lungo strade vuote e desolate, ma la rappresentazione della città, New Mexico, è affascinante quanto il mondo senza regole della serie. Godless è amore e dramma messi in una terra insanguinata in cui la determinazione conta più della vita stessa.
Hell on Wheels
La costruzione della First Transcontinental Railroad negli Stati Uniti aveva lo scopo di unire il sistema ferroviario degli Stati della costa atlantica con la California e l’Oceano Pacifico. Fu uno dei momenti chiave nella storia degli Stati Uniti, con un impatto sull’economia non indifferente e un peso politico enorme. La costruzione, in senso metaforico, alludeva anche alla ri-costruzione di una nazione uscita devastata dalla Guerra Civile e divisa da Nord a Sud. Hell on Wheels racconta questo evento attraverso la storia della Union Pacific Railroad e dei suoi operai, mercenari, prostitute, geometri ed altri che vivevano, lavoravano e morivano nell’accampamento mobile, chiamato appunto “Hell on Wheels“, che seguiva la ferrovia a ovest attraverso le Grandi Pianure. A questo contorno per lo più storico si unisce uno dei più classici leitmotiv del genere western: la vendetta. Cullen Bohannon, ex soldato e operaio, cerca, infatti, di rintracciare gli assassini di suo figlio e sua moglie durante la guerra civile. Nelle notti lungo la ferrovia da costruire, Cullen appende di più sulle morti dei suoi cari e, grazie al livello di introspezione della serie, ci avviciniamo ai pensieri del protagonista come se fosse un amico a cui prestare aiuto e solidarietà. Hell of Wheels è un inferno cinico e spietato in cui i personaggi sono appesi al filo del rasoio, anime in pena in cerca di una pretesto che li porti lontano dalle fiamme.