Con il recente arrivo di You Me Her 5 su Netflix, vediamo dove eravamo rimasti. L’articolo che segue parte dalla visione di You Me Her 4×01, dando per scontato tutto quanto accaduto nelle precedenti due stagioni. Utilizzate questo link (per You Me Her stagioni 1 e 2) e questo link (You Me Her stagione 3) per fare un recap e… buona lettura!
You Me Her 4 non era prevista, ma le avventure dell’originale triangolo amoroso made in Portland sono andate così bene che alla fine della terza stagione i produttori hanno annunciato un doppio rinnovo finale. You Me Her 4, You Me Her 5 e si chiude! Quindi ecco nuove avventure per i nostri beniamini! Quali sfide dovranno affrontare stavolta?
Sembra difficile immaginarlo, perché la chiusura della terza stagione è lampante:
Jack, Izzy ed Emma, felici e innamorati, frequentano insieme il corso premaman per la gravidanza della signora Trakarsky. Cosa potrebbe andare storto? Semplice: che la felicità e l’accettazione appena conquistate iniziano a generare nuovi bisogni, non tutti previsti.
In You Me Her 4, insomma, la felicità comincia ad assumere nuove forme, geometriche e non.
A dircelo è già il titolo della 4×01 in cui – sia in inglese che nella traduzione italiana (“Triangolo e cerchio non combaciano”) – si fa riferimento al gioco degli incastri con cui si insegna ai bambini a riconoscere la geometria rudimentale. Ecco, You Me Her 4 può essere letta innanzitutto come la storia di mancati incastri di felicità.
Incastri dovuti a un fattore che ha fatto da fil rouge nelle prime tre stagioni: la paura di esprimere i propri sentimenti.
C’è Izzy, che ha paura che il triangolo della troppia, faticosamente ritrovato, non combaci col cerchio della pancia di Emma che cresce lentamente ma nasconde una sorpresa: un futuro parto gemellare!
C’è Nina che trova un ragazzo perfetto ma per il quale non si sente indispensabile e infine c’è Carmen, la prima vicina dei Trakarsky, che sopporta con impazienza l’immeritato successo del marito. Tre anime tormentate che fingono gioia ma si condannano al silenzio, perché bisogna smuovere le acque, ma questo fa paura.
Ma gli incastri mancati sono anche tra i nuovi personaggi: Nathan, Lala, Gabriel e Sasha (già presente in You Me Her 3 ma diventata regular) che si scontreranno, letteralmente, con ciò che la troppia è diventata e vuole ancora diventare.
In breve, la felicità di ogni personaggio ha una forma che si rivela delicatamente ma tenacemente incompatibile con quelle degli altri, e questo ci consegna il primo messaggio della serie.
Il vero successo non è raggiungere la felicità, ma essere felici senza fare del male a chi ti ama.
Su questa base si innesta una trama in cui lo sviluppo dei personaggi va a rilento, risentendo del fardello futuro di una quinta stagione che rischiava di restare a corto di argomenti.
Resta però un equilibrio, laddove viene perso nella trama, e viene ripreso accentuando i tratti migliori della serie. Nel complesso, infatti, You Me Her 4 perde un po’ di scorrevolezza ma aumenta sensibilmente la sua critica sociale. Portata avanti in un modo unico: un occhio conservatore, certamente, ma inserito nei toni da rom-com in cui i sentimenti negativi hanno sempre un tempo limitato. Insomma, se non trionfa l’amore, che rom-com è?
Oggetto della satira di You Me Her 4 è la tendenza di ala progressista a non porre limiti ai buoni sentimenti. L’amore non deve avere confini (essere pansessuali è la nuova tendenza, e Gabriel la utilizzerà per fare colpo su Sasha), allo stesso modo l’accoglienza. E più si fa parte di una “minoranza”, più si deve essere considerati aprioristicamente in maniera positiva e trattati con i guanti. Il figlio gay di Lala è considerato “fragile” dalla madre, per esempio, mentre i nuovi vicini dei Trakarsky (una famiglia composta da un figlio due padri di cui uno di colore) sono i “Gaydashian”, ovvero due gay ma di tendenza come le Kardashian…
Ma soprattutto, viene criticato l’amore a tutti i costi che, in una società come quella americana, penalizza totalmente l’individuo. Per questo Jack ed Emma non vogliono un terzo figlio (come invece vorrebbe Izzy): le altissime rette universitarie gli impedirebbero una vecchiaia serena.
Altro fil rouge è la critica ai riti della upper class e ai vuoti sociali che spesso nascondono.
Dal vino per le decisioni e riflessioni importanti, alla maratona collettiva di serie tv a Netflix stessa, sbeffeggiata in più occasioni. Detta in breve, più un ambiente dovrebbe essere progressista più si mostra, sotto la maschera, retrogrado e conservatore. Esempio ne è il mondo lavorativo, in cui Izzy ed Emma ricevono dei no proprio per le possibili complicazioni del loro rapporto.
Restano anche in questa quarta stagione altri punti fondamentali della serie: un citazionismo diffuso e leggiadro che non risparmia nessun classico o personaggio attuale della realtà americana, una felice inventiva verbale (ma apprezzabile solo con i sottotitoli in italiano, purtroppo) e la continua parodia dei generi.
In particolare Nathan e Izzy sono la parodia della classica rom-com americana, mentre Sasha e Gabriel fanno il verso al teen movie scolaresco e sono una presa in giro perfetta di tutte le dinamiche intorno alle quali girano 13 Reasons Why e affini.
Cosa resta alla fine della quarta stagione? Un nuovo addio, stavolta non sancito da un aereo ma da un mancato tratto di penna. Nuovi personaggi, alcuni solo ancora ipotizzati (l’amante del padre di Jack). Le ultime paure, perché il coraggio possa far trionfare le decisioni giuste, nella quinta e ultima parte, arrivata proprio in questi giorni su Netflix.