Piccola avvertenza spoiler: per chi non fosse in pari con le stagioni, la recensione è divisa in due parti: qui troverete un’analisi, senza spoiler, della prima stagione. Nella prossima pagina, invece, parlando della seconda stagione, gli spoiler sono purtroppo inevitabili. A voi la scelta e buona lettura
Tutto comincia a Portland, deliziosa cittadina dell’Oregon (la Serie regala squarci davvero splendidi nei cambi di scena), ai giorni nostri. Jack e Emma Trakarsky (interpretati da Greg Poehler e Rachel Blanchard) sono apparentemente la coppia perfetta: benestanti, felici e innamorati, eppure sono a consulto da uno psicologo. Un solo problema li attanaglia, la perdita completa del piacere di fare l’amore, collegata anche all’impossibilità di avere dei figli. Come ritrovare la passione perduta? In un mondo che scopriremo carico di perbenismo, Jack può sfogarsi solo con una persona, suo fratello Gabe, che gli dà un consiglio speciale:
– Tu devi fare sesso con una che non conosci, una che non rida quando hai intenzione di essere sexy
– E con te ha funzionato? Anche a letto?
– Cavoli se ha funzionato!
Jack si trova allora tra due fuochi: da una parte sa che Gabe ha ragione, lui ha bisogno di sentirsi di nuovo affascinante; dall’altra non vuole tradire Emma: lei non è solo sua moglie e la donna che ama, è il suo percorso comune e la sua immagine pubblica (ci torneremo…). Allora sceglie una via di mezzo: contatta Isabel “Izzy” Silva, una escort (interpretata da una Priscilla Faia semplicemente perfetta per il ruolo, con un volto allo stesso tempo puro e lussurioso) che esplicitamente esclude i rapporti sessuali tra i suoi servizi. Jack vuole solo un po’ di intimità, senza gli impegni, la quotidianità e il cane che soffre di aerofagia.
Quindi Jack Trakarsky incontra Izzy Silva sapendo che assolutamente non farà sesso con lei e Izzy Silva incontra Jack Trakarsky sapendo che assolutamente non farà sesso con lui.
Indovinate come va a finire?
La questione, inoltre, si complica ancora di più quando Emma vorrà conoscere l’amante di Jack, provando per lei la stessa attrazione reciproca che aveva portato il marito a tradirla: Jack, Emma e Izzy si scoprono innamorati e allo stesso tempo si riscoprono, in se stessi e nel rapporto con gli altri.
Tutta la prima stagione di You Me Her, tenuta su un tono decisamente brioso e brillante, è in realtà un lungo percorso di accettazione in cui il rapporto poliamoroso è solo una chiave di lettura.
You Me Her non si prende la briga di parlarti del poliamore, ne parla e basta: il suo scopo vero è quello di mostrarti come la percezione di un singolo particolare privato possa in realtà avere un effetto domino sulle convenzioni e sulla stabilità di un’intera comunità di persone
Il punto è che Jack ed Emma, perfetti yuppies, sono due esistenze in carriera, i cui destini sono strettamente legati all’approvazione pubblica della loro immagine. Non sono perfetti, ma devono sembrarlo, in una società in cui la regola etica sembra solo una: ci si può perdonare qualunque comportamento, basta trovargli un nome e un “vestito” che lo rendano moralmente e legalmente accettabile.
Ma il poliamore scardina questa barriera logico-comportamentale: la scardina per i Trakarsky, che si sentono colpevoli di un peccato splendido ma che sanno sarà difficilmente accettato dal loro ambiente sociale; ma la scardina anche per Izzy, che ha un ragazzo (Andy), una coinquilina che adora (Nina) e una vita “normale”, ma in pratica va a letto con due che potrebbero essere i suoi genitori. Il poliamore si scontra quindi con la realtà finora vissuta dai nostri tre protagonisti, che di fatto, nella prima stagione, dovranno scegliere da che parte stare.
E nel mentre, mediare tra amore e dovere, tra virtù pubbliche e desideri privati, porterà a una girandola di equivoci e di situazioni ben riuscite, condite da citazioni spiazzanti e con una colonna sonora davvero azzeccata. Un esempio?
La riuscita della prima stagione è di fatto anche merito di tutti i personaggi secondari, a partire proprio dal fratello di Jack, che a loro volta danno vita a delle storie secondarie che sanno essere godibili e mai semplici riempitivi perchè ben agganciate alla trama principale. Detta in altre parole, tutti coloro che ruotano intorno a Izzy e ai due yuppies si rapportano con la loro modificata felicità andando a interrogarsi sul senso della propria. Un atteggiamento del tipo “perchè loro sono così felici/anormali e noi no?”: la loro ricerca sulla felicità di questo strano trio si trasforma in una ricerca della loro felicità, e dei motivi per cui sono infelici e finora hanno sempre mentito a se stessi.
In particolare abbiamo la storia delle Matherfield, Lory e Ava, mamma e figlia che abitano nello stesso quartiere dei nostri protagonisti: l’una per carriera, l’altra per carattere, sono entrambe decisamente interessate a scoprire cosa nascondono Jack e Emma. Sono, si può dire, i due personaggi più “antagonisti” in una storia che di antagonisti veri non ne ha, ma tutti sono classificabili nel genere “fatemi capire e poi decido cosa pensare”.
Ebbene in questi due personaggi c’è una combinazione decisamente apprezzabile per chi ama le comedy di “qualche annetto fa”: abbiamo una famiglia, in pratica, con un padre che metaforicamente o realmente non esiste, una madre ficcanaso e villain da operetta e una figlia arrogante e viziata. Ebbene, avrò una mente tarata sigli “-anta”, ma le somiglianze con quest’altro gruppo di personaggi sono evidenti
Se non sapete chi sono, la soluzione è tra qualche rigo…
Nel complesso, quindi, You Me Her va decisamente vista, con un solo avvertimento però: non fissatevi sul sesso e sui contorni erotici del triangolo. Ce n’è di sesso, certo che ce n’è, ma è ricerca e non centro, mezzo e non fine. Una volta chiarito questo (concetto che a parecchie critiche italiane negative pare essere sfuggito) vi troverete davanti a una comedy godibilissima, che sa mixare la giusta dose di sesso e ironia.
A cosa paragonarla? Vediamo: c’è del sesso, c’è un grande segreto, e si discute delle diverse sfaccettature dell’amore, non solo fisico e non unicamente relazionale. Il paragone perfetto è Weeds, stazioniamo anche in zona Love, e, tornando un po’ indietro con gli -anta, mutatis mutandis, le dinamiche relazionali non sono così diverse da quelle di Super Vicky, a cui tra l’altro appartengono i tre vicini di casa prepotenti e ficcanaso che possiamo vedere nella foto sopra.
Il finale della prima stagione, inoltre, potrebbe essere benissimo un finale di Serie, aperto e chiuso allo stesso tempo, sorridente e problematici, ma, come abbiamo già detto, You Me Her arriverà almeno fino alla terza stagione. Come lo hanno fatto continuare?
Girate pagina…