Attenzione! L’articolo contiene spoiler su You
La prima stagione di You mi piacque tantissimo. Ricordo di averla consigliata a chiunque mi chiedeva un parere sulle serie tv più avvincenti in circolazione. La storia di Joe Goldberg aveva portato una ventata d’aria fresca nel catalogo di Netflix grazie a una trama che presentava ottimi spunti narrativi. Per prima cosa, la prima stagione di You aveva il grandioso pregio di non essere mai prevedibile e, ancorata all’ottima costruzione della trama, riusciva a tenere incollato lo spettatore alla tv per ore e ore. Tutto questo intreccio assumeva ancora più valore tramite l’ottima prova di Penn Badgley, che riusciva a trasmettere in modo efficace ma altrettanto inquietante la follia di questo stalker ossessivo e compulsivo. Anche gli altri personaggi erano ben gestiti e caratterizzati in modo tale che la storia sembrasse più ingarbugliata del previsto: ad esempio, Beck, con la sua dolcezza, mi sembrava il perfetto contraltare di fronte al carattere instabile di Joe. Per me, Insomma, la prima stagione di You non era affatto male e mi faceva passare intensi pomeriggi mentre Joe Goldberg manipolava tutti come marionette.
Poi è successo qualcosa. Qualcosa che mi ha fatto guardare You con occhi meno accesi e idee diverse: cominciavo a stancarmi di una serie per la quale provavo tanta ammirazione. Ogni episodio mi portava a porre sempre la stessa domanda: Perché Joe, perché ti sei cacciato di nuovo negli stessi guai? Già dalla seconda stagione il leitmotiv di You continuava a essere più o meno lo stesso di puntata in puntata, tanto che riuscivo a prevedere con facilità le mosse del protagonista: Joe si innamorava di qualcuna, finiva per eliminare qualsiasi ostacolo che si frapponeva tra lui e la ‘preda’ e poi se ne pentiva, come a voler espiare i suoi tremendi peccati. Stavo iniziando a credere che i produttori non avessero più idee e anche il tanto atteso finale della terza stagione, spacciato per grande colpo di scena, mi aveva fatto storcere il naso. La messinscena di Love e la conseguente reazione di Joe mi erano sembrati persino goffi e lontani concettualmente da una serie che prometteva, agli albori, astuti ingegni per stupirci.
You 4 e il coraggio di cambiare
Serviva quindi un cambio di rotta e un cambio di rotta è arrivato. La prima parte della stagione di You cambia prospettiva e ci pone una domanda alquanto semplice: e se Joe diventasse la vittima? In questi cinque episodi il protagonista non è più il carnefice ma una marionetta nelle mani di un ‘mister x’ che si muove proprio come il vecchio Joe, stalkerandolo e inseguendolo un po’ ovunque. Ho trovato, a onor del vero, sensato nonché interessante questo cambio di ritmo, pensato per donare più elettricità a una serie che aveva perso la bussola d’oro. Come si comporterà il protagonista ora che è sottotraccia? Vedere Joe ‘dall’altra parte’ comportarsi da innocente e cercare indizi per scovare il killer dei ricchi dona a You una trama avvincente, colorata di tinte che si collegano a metà tra un giallo e un Thriller. Ed è proprio questo aspetto che salva You da una deriva inconcludente: la storia, per citare lo stesso Joe, sembra uscita dalle pagine di Agatha Christie. E non a caso l’intreccio principale si collega ai libri Gialli che la studentessa di Joe fa conoscere al suo professore. In letteratura avremmo detto di trovarci di fronte a un Mise en abyme: un significato ultimo della vicenda condensato in un racconto più piccolo.
Questa volta Joe non deve ‘solo’ possedere una ragazza e perseguitarla a tutti i costi ma cercare tracce, completare rompicapo e risolvere puzzle mentali per tenersi a galla in una città piena di trappole. Anche lo switch della cartina geografica si è rilevato uno strumento in grado di aumentare la suggestività di You. Le precedenti stagioni si aggiravano prettamente tra quartieri e piccoli angoli di casa mentre con la quarta stagione si è deciso di rendere, con eleganza, la città di Londra parte integrante dello show. Spesso le angolature si fermano a osservare la London Eye o il Tower Bridge per finire poi con gli occhi riflessi verso i borghi più esclusivi della capitale inglese. Londra sembra perfettamente calata nel ruolo misterioso che You le riserva per instaurare un legame profondo tra scenografie e protagonisti.
Ottimi personaggi secondari
A parte Joe, che continua a essere il faro di You, anche gli altri personaggi in scena funzionano. Tutti hanno segreti da custodire e problemi a cui si allontanano per sviare il peso delle responsabilità. La scelta di rappresentare un certo tipo di società londinese, quella aristocratica, è vincente nonché divertente perché fa sembrare Joe un pesce fuor d’acqua in mezzo al deserto. Il divario sociale tra lui e gli altri pone al centro della vicenda differenze di vedute epocali: abbandonati allo sfarzo e all’ozio, gli aristocratici di You sono spesso criticati da Joe per una vita priva di valori e veri sentimenti. Ho trovato interessante questa sorta di critica a un tipo di esistenza tutta volta al piacere e all’edonismo.
Inoltre la sottotrama sentimentale di You 4 non disturba. Kate si dimostra un osso duro da conquistare per Joe ma anche una donna fragile soffocata dal peso di una famiglia importante. Sono tutti ingredienti, questi, che mi hanno fatto riacquistare un minimo di fiducia verso una serie che stavo quasi per abbandonare. Alla fine della prima parte scopriamo anche chi è il cattivo della situazione, ormai prossimo sindaco di Londra. La trama si fa ancora più ricca di imprevisti e ci interroga come se fossimo tutti pronti a scommettere su quale sia il futuro destinato a Joe: continuerà a essere la vittima o sceglierà di ritornare nei suoi panni da omicida? La seconda parte di You 4, in arrivo su Netflix, ci deve ancora tante spiegazioni.