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Joe Goldberg è diventato una caricatura di se stesso nella seconda stagione di You?

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You è una di quelle serie tv che hanno scampato la pioggia di cancellazioni di Netflix a causa della pandemia e quindi vedremo la terza stagione (probabilmente nel 2021). Questo intervallo di tempo ci permette di fare alcune riflessioni su quello che abbiamo visto finora e formulare delle ipotesi sul sequel della serie che vede Penn Badgley ( qui 7 curiosità sull’attore) nei panni del protagonista. Ed è proprio Joe Goldberg a far sorgere alcune considerazioni: lo spietato stalker è cambiato nel corso delle due stagioni? Ha avuto un’evoluzione oppure è rimasto al punto di partenza? Forse è addirittura diventato una caricatura di se stesso? Vediamo come srotolare la matassa e seguire il filo della questione.

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La prima stagione di You aveva sorpreso il pubblico per molte ragioni, in primis per il peculiare punto di vista, quello dell’antagonista. Uno stalker seriale, un assassino, uno psicopatico: questo è Joe Goldberg, colui che prende le redini della narrazione fin dai primi secondi del pilot e che trasporta lo spettatore nella sua mente malata. Goldberg non è un eroe e non è nemmeno un antieroe, è proprio quel tipo di personaggio che solitamente vediamo dall’altra parte. E nella prima stagione, oltre a questa prospettiva curiosa – che fa spesso rabbrividire – si ha l’ingrediente della sorpresa, ossia l’interesse della scoperta di ogni azione del protagonista.

Basta davvero poco per inquadrarlo, ma la domanda dello spettatore è: fin dove si spingerà Joe? La risposta arriva nel corso dei 10 episodi, che permettono di avere un quadro sulle modalità di azione dello stalker. Innanzitutto, Joe individua la sua vittima. La selezione avviene quasi per caso, non ci sono elementi utili per speculare su come abbia inizio l’ossessione del protagonista. L’oggetto del folle desiderio di Joe nella prima stagione è Beck, una cliente della libreria di New York dove il ragazzo lavora. Goldberg comincia a osservarla in un modo che prende subito le sfumature del morboso, si lascia andare a pensieri di vario genere su di lei e cerca di scoprire tutto sul suo conto. La linea viene oltrepassata in fretta: Joe ricorre innanzitutto a un controllo ferreo dei social usati dalla ragazza, arrivando perfino ad hackerarle il telefono.

Poi, fingendo un approccio spontaneo e casuale, il ragazzo comincia a interagire con Beck sperando di farla innamorare di lui. E ci riesce. Ma quello di Joe non è amore, bensì un’ossessione e una smania di possesso. Ecco allora che lo stalker comincia a ricorrere alla violenza, arrivando a torturare e perfino uccidere le persone che ritiene un ostacolo alla sua relazione con Beck… fino a rinchiudere Beck stessa in una sorta di prigione di plexiglass situata in un garage. Il culmine di questa girandola di malvagità è proprio la morte della ragazza.

E ora provate a sostituire il nome di Beck con quello di Love. Ci sono così tante differenze tra la prima e la seconda stagione di You?

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Il modus operandi di Joe Goldberg è esattamente lo stesso. Lo stalker individua la sua vittima, che in questo caso è Love Quinn, una ragazza di Los Angeles – luogo in cui si è trasferito Joe al termine della prima stagione dopo aver incontrato la sua ex, Candace – che lavora in ambito culinario. Comincia immediatamente l’azione di stalking, ricorrendo ancora una volta alla tecnologia per avere un controllo diretto sui social della vittima e cercando di stabilire un contatto. Anche in questo caso, le persone ritenute una minaccia vengono eliminate in maniera drastica. E poi c’è sempre lei, la prigione di plexiglass dove rinchiudere chi mette i bastoni tra le ruote.

Ma al termine della seconda stagione di You, Love non muore. Certo, questo è un punto che la separa dalla prima. Si scopre che Love è quasi più malata di Joe e i due vanno a vivere insieme, cercando di metter su famiglia. Il punto, però, è che questa variante della trama è data proprio da Love e non dal protagonista. Non è merito o colpa di Joe se Love si rivela un personaggio diverso rispetto a Beck. Questo esito della narrazione – che fa anche un po’ accapponare la pelle – non crea comunque una fine al circolo vizioso dentro cui si trova Goldberg. A fine stagione, infatti, si vede lo stalker posare lo sguardo su una nuova probabile vittima. Un ciclo che si ripeterà ancora una volta? Nessuno se lo augura, perché la serie rischierebbe di diventare un serpente che si mangia la coda.

Nella seconda stagione di You, quindi, non c’è stato proprio nulla di diverso rispetto alla prima? Sarebbe comunque sbagliato dare una risposta netta perché, nonostante i vari momenti che hanno ricalcato in maniera grottesca ciò che è successo in precedenza, un elemento di novità c’è. Si tratta dello sguardo al passato di Joe Goldberg realizzato con una serie di flashback e pensieri del protagonista. Si viene a conoscenza dell’infanzia difficile e travagliata dell’assassino e questo permette di avere una visione più completa di Joe. Tuttavia, un conto è esplorare più in profondità ciò che si trova alle spalle di un personaggio, un altro conto e vederlo compiere un’evoluzione.

Un altro elemento da considerare è che nella seconda stagione, oltre a essere stalker, Joe è stato stalkerato a sua volta da Candace (ne abbiamo parlato qui). Ma anche in questo caso, come per la differenza introdotta da Love, non si tratta di un cambiamento dovuto al protagonista. Joe Goldberg è statico, è come un blocco di marmo che non viene scalfito in nessun modo. Così come lo vediamo nel pilot è nel finale della seconda stagione. Forse è proprio il motivo principale del senso di noia che può scaturire nello spettatore: se anche con uno stesso modus operandi avessimo visto però un nuovo Joe, qualche spunto interessante lo avremmo trovato. Invece ci troviamo al cospetto di un monolite.

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Ci sarebbero gli estremi per un’evoluzione di Joe nella terza stagione della serie?

Probabilmente no. Anche perché, alla luce dei comportamenti reiterati di uno stalker che non sembra pentirsi minimamente, ciò che lo spettatore aspetta è una punizione esemplare. Joe Goldberg non può vincere. Qualcuno deve mettere fine al male che l’uomo genera senza sosta. Che il protagonista si penta o meno, la linea del perdono è stata oltrepassata da troppo tempo.

Evoluzione o non evoluzione, quello che ci si augura per le nuove puntate è un cambiamento di rotta. Se alcuni fan hanno perso interesse nella serie proprio per via di questo atteggiamento ricorsivo di Joe, che non ha portato niente di nuovo e accattivante, una nuova stagione sulla stessa linea potrebbe portare al definitivo naufragio di You. Basta caricature e basta circoli viziosi: You è una serie ha dimostrato di avere dei punti di forza innegabili, di creare spunti di riflessione e di avere elementi di originalità. Si spera in un ritorno in questa direzione, i presupposti non mancano.

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