Zoo, per chi non la conoscesse, è la serie tv tratta dall’omonimo romanzo di James Patterson, uno degli scrittori thriller statunitensi più famosi ai giorni nostri.
Se stai leggendo questo articolo e non hai la più pallida idea di cosa sia questa serie è perché, purtroppo, non ha avuto una fine fortunata. Sfornata dalla CBS nel 2015, infatti, è stata cancellata poco dopo, nel 2017, concludendosi con sole tre stagioni. Eppure li aveva i suoi punti forti, e non pochi! Punti sui quali, evidentemente, non si è lavorato abbastanza da renderle giustizia fino in fondo. Ma rinfreschiamoci la memoria.
Gli animali di tutto il mondo, improvvisamente, iniziano ad assumere atteggiamenti inquietanti ribellandosi all’uomo: molte persone, infatti, perdono la vita in maniera atroce, divorate da innumerevoli bestie feroci e non. Così scatta il panico generale in diverse parti del globo, un panico che porta le persone alla follia. Per risolvere la situazione viene chiamato Jackson Oz, figlio di un noto scienziato, che metterà su una squadra variegata di colleghi, ognuno con la propria abilità – uno scienziato, una scrittrice, un mercenario e una giornalista – per cercare di risolvere il terribile problema.
I “magnifici 5” iniziano così a indagare sempre più a fondo per capire la radice del male e passo dopo passo, districandosi fra innumerevoli avventure, il dottor Mitch Morgan, scienziato e membro dei cinque, riesce a risalire a una spiegazione scientifica: si tratta di una pandemia. Una soluzione che spiazza lo spettatore, un ottimo colpo di scena! Per nulla banale e che ci porta a scavare sempre più nella vita del protagonista e della sua famiglia, fino ad arrivare alla sua infanzia e adolescenza, nonché alla vita adulta, che ci regalerà parecchi tasselli mancanti nella trama iniziale.
Perché, allora, la serie è stata cancellata? La trama è travolgente, avvincente e lascia senza dubbio con il fiato sospeso, fa venir voglia di sapere come continuerà la storia e, soprattutto, come terminerà. Purtroppo, però, ci sono problemi su diversi fronti, che ne hanno abbassato la qualità e, ancor di più, la credibilità, rendendo il prodotto meno convincente. Nello specifico, i problemi principali si riscontrano in:
- Parte del cast
- Messa in scena di diverse scene.
Il livello attoriale non è male: ad alzare di tanto l’asticella, infatti, ci sono Nonso Anozie (l’uomo-grande di Sweet Tooth, lo Xaro Daxos di Game of Thrones) e Billy Brooke (papà Charlie in Twilight) ma gli altri attori non convincono fino in fondo. Non perché non appaiano in titoli importanti come i primi due, ma più che altro perché il loro talento attoriale non risulta convincente come quello dei colleghi. Questo incide molto sulla qualità del prodotto, perché non lo rende del tutto credibile: insomma, vogliamo vedere l’emozione, la passione negli occhi! Ogni fibra del corpo occupata nella recitazione!
Un altro aspetto da rivedere, poi, è quello che riguarda alcune scene palesemente esasperate. Certo, ci piace lo show. Lo spettatore cerca spasmodicamente la spettacolarizzazione, ma vedere macchine pesantissime volare e saltare come pulci, o persone salvarsi da leoni sanguinari semplicemente correndo alla “Forrest Gump”, beh, no, diciamo che non ci convince per niente.
Questa, ovviamente, non è una scelta degli attori che lavorano alla serie, ma degli sceneggiatori, dei produttori e del regista, che hanno preso una decisione “pericolosa” scegliendo di inserire delle scene così poco credibili. Spieghiamoci meglio: la vecchina della porta accanto non può salvarsi da una bestia feroce solamente correndo alla velocità di un bradipo, mentre il cattivo della storia, guarda caso, viene azzannato e squarciato addirittura se è a bordo di una macchina da corsa. Capite? Non è affatto credibile! Meglio scegliere la realtà e offrire allo spettatore una scena crudele, piuttosto che accontentare la sua sensibilità e andare incontro all’incoerenza.
Un tassello che appare molto positivo alle orecchie dei più appassionati, invece, è di sicuro quello del doppiaggio, che può vantare la partecipazione di una delle voci più talentuose del panorama italiano, ovvero quella di Carlo Valli(doppiatore di Robbin Williams). Oltre a lui, all’appello ci sono anche la meravigliosa voce di Domitilla D’amico (Vedova Nera negli Avengers) e del superbo talento di Flavio Aquilone (Malfoy in Harry Potter).
La cancellazione ha quindi costretto i tre autori a concludere prima del previsto, proprio perché gli ascolti calarono drasticamente e la CBS non volle più continuare a produrre una serie tv che non venisse più seguita come prima. Dunque, nell’ultima stagione, questo “correre” verso la fine della storia si nota molto bene e causa nello spettatore una smorfia di disappunto, perché avrebbe voluto godere maggiormente di un’evoluzione più lenta e serena, verso la soluzione finale della pandemia e l’ “happy ending” dei protagonisti.
Analizzando i microscopici pro in contrasto con i giganteschi contro, Zoo non è certo una serie che consiglieresti spasmodicamente di vedere a chiunque. E per quanto l’idea di fondo della serie fosse interessante, per quello che è stato il suo svolgimento, in fondo, l’oblio in cui è piombata era quasi l’unica soluzione possibile.