– Sigla italiana“Là sulla duna, quando brilla la luna
spunta il nostro eroe Zorro
che lascia il suo segno, una Z a disegno
la Z che vuol dire Zorro
Zorro, lui ha la vita segreta,
Zorro, il segno suo è la Z”
C’è qualcosa di magico nei ricordi dell’infanzia, quando le sere erano illuminate dalle avventure di eroi mascherati e i nostri cuori battevano all’unisono con le spade sguainate e gli intrighi avvincenti. Nel 1957, Zorro non è stata solo una serie televisiva. È stata una rivoluzione, un evento che ha segnato un prima e un dopo nella storia del piccolo schermo. Creato da Johnston McCulley e portato sullo schermo da Walt Disney Productions, il personaggio di Zorro ha rappresentato un’icona di ribellione e speranza in un’epoca di profondi cambiamenti sociali e politici. In Italia la serie tv andava In onda su Rai 1, molto tempo dopo la trasmissione originale.
Di fatto sono considerata una cariatide per la Gen Z ma non così vecchia da aver visto Zorro nel 1957, abbiate pazienza. Lo show ha rappresentato un ritorno alle radici di questo leggendario eroe spagnolo, trasportando gli spettatori nella California del XIX secolo, un luogo di cavalli, spade scintillanti e cuori ribelli. Interpretato con maestria da Gary Williams, Don Diego de la Vega è un giovane aristocratico di giorno e un vigilante mascherato di notte. Davanti a lui si parano ostacoli insormontabili e sfide di ogni genere ma il nostro eroe affronta ogni ingiustizia con grazia e determinazione.
Per tutti quei bimbi degli anni Novanta come me, scommetto che la sigla è un ricordo ancora vividissimo.
Un po’ come quella dell’Orso nella casa blu o quella di Papa castoro all’interno della Melevisione (qui vi abbiamo raccontato la folle esperienza di rivedere il pilot dopo oltre 20 anni). Ah. Nostaglia, nostalgia canaglia. La musica, con la sua melodia avvincente e i suoi ritmi travolgenti, è diventata un simbolo della serie stessa, contribuendo a creare un’atmosfera di avventura e romanticismo che ha catturato l’immaginazione del pubblico di tutto il mondo. Io la riesco a canticchiare ancora oggi. Quanti come me? Ma ciò che rendeva Zorro così speciale, oltre alle sue spettacolari scene di azione o i suoi intricati intrecci narrativi, era anche alto. Era l’energia contagiosa dei suoi personaggi, il loro coraggio, la loro umanità. Era la sensazione di essere trasportati in un’altra epoca, di cavalcare lungo sentieri polverosi e ballare sotto le stelle.
Siamo nel 1820 e lo stato della California è ancora una provincia coloniale legata al governo spagnolo. La popolazione locale del piccolo e povero pueblo di Los Angeles vivono, ogni giorno, i soprusi del governo locale. In particolar modo è un brutale capitano dell’esercito a tenerli sotto il suo giogo, avido di denaro e potere. Don Diego de la Vega, giovane aristocratico del posto, decide di opporsi assumendo il ruolo di vigilante mascherato per riportare la giustizia nel pueblo. Vestito interamente di nero, indossando una maschera e a cavallo del suo stallone, Don Diego agisce aiutato dall’oscurità della notte. La figura di Zorro comincia pian piano a farsi un nome, a metà tra fuorilegge ed eroe mascherato.
Zorro era però molto più di un semplice racconto di giustizia e vendetta.
Guy Williams era un po’ il sogno delle ragazzine. Affascinante e carismatico, portava in scena il personaggio di Zorro incarnandone l’ideale dell’eroe romantico e coraggioso. Zorro era un eroe diverso dagli altri: non aveva superpoteri, ma usava la sua astuzia, la sua intelligenza e la sua spada per difendere i deboli e combattere i malvagi. Come tutte le storie targate Walt Disney, Zorro riuniva in sé l’avventura, il divertimento e la lezione morale. Alle spalle dello show era presente un team creativo conscio del suo operato e che ha inserito nella serie suspense, mistero, romanticismo, umorismo, emozioni e musica. Per questo motivo, in America, lo show divenne in breve tempo uno dei programmi più apprezzati dal pubblico. E anche in Italia ha raccolto attorno a sé tantissimi fa, tra i più grandi e piccini.
Negli anni Cinquanta, la televisione era ancora il dominio incontrastato degli “sceneggiati” western. Walt Disney, sempre lungimirante e avanguardista, riadattò il genere a proprio vantaggio. Il western si ma in chiave Disney, con un protagonista che ricordava molto da vicino un supereroe mascherato in stile Batman. “El Zorro”, in effetti, nasce proprio come personaggio di finzione nella narrativa pulp di Johnston McCulley. Un vigilante mascherato della California spagnola che aveva debuttato quasi quarant’anni prima. Si trattava di storie pieno di avventure audaci, protagonisti ardimentosi, aiutanti imbranati e femme fatale. Il nuovo show di Walt Disney sarebbe stato presto definito un southwestern, perché ambientato in California, in contrapposizione con i cosiddetti northwestern western. dalla sua troupe.
La storia creata da Walt Disney presentava tutte le caratteristiche tipiche dei suoi lavori e dei suoi personaggi più iconici tra passato e presente. Zorro si mostrava come un uomo dall’animo nobile, un gran donnaiolo ma anche un furbastro dalla mente volpina.
Alla fine di molti episodi, il protagonista salutava con un sorriso raggiante che si stagliava bianco contro il nero profondo della sua maschera, prima di scomparire di nuovo nella notte. Nelle puntate non mancava mai l’umorismo, la risata e l’elemento comico. Forniti soprattutto da Bernardo, il servitore muto, e dal tenente Garcia. Oltre al protagonista, infatti, la serie tv era piena di personaggi altrettanto indimenticabili. In effetti, lo show era anche una storia di amore proibito e sacrificio, incarnata dall’affascinante e ribelle Lolita Pulido, interpretata dalla talentuosa Patricia Zavala.
La sua vita, intrecciata a quella di Diego, aggiunge un tocco di romanticismo e dramma alla serie, trasportando gli spettatori in un vortice di emozioni e intrighi. E che dire del formidabile nemico di Zorro, il comandante Monastario? La sua rivalità con il nostro eroe mascherato aggiungeva un brivido di suspense ad ogni episodio, mantenendo gli spettatori incollati allo schermo e desiderosi di vedere chi avrebbe avuto la meglio.
L’eredità di Zorro vive ancora oggi, nel cuore di coloro che sono cresciuti con le sue avventure. Portiamo con noi i ricordi di quella serie tv che faceva divertire un mondo. Un ricordo di un’epoca dorata della televisione, di eroi intramontabili e di avventure senza tempo. Perché, alla fine, non importa quanto cambino i tempi, ci sarà sempre bisogno di eroi che ci ispirino e ci incoraggino a lottare per ciò in cui crediamo. E in quel senso, Zorro sarà per sempre il nostro eroe mascherato preferito. E chissà, magari molto presto una nuova generazione potrebbe godersi le avventure di Zorro firmate nuovamente Disney.