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Zorro – La Recensione della Serie Tv di Paramount+ sull’eroe mascherato

poster di Zorro - Paramount+
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Zorro, la serie tv francese disponibile su Paramount+!!

Prima della creazione di Batman. Ben prima della nascita dei supereroi moderni e della saga della Marvel. Prima ancora che cascassero sulla terra superuomini mascherati, individui dalla forza sovrumana, extraterrestri con poteri straordinari, predestinati scelti dal fato per salvare il mondo. Prima che tutto questo venisse alla luce, c’era lui: Zorro. È il primo eroe che si è cristallizzato nella cultura moderna. Una figura riconoscibilissima, una maschera a cui ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dalla sua nascita, tutti sanno dare un nome. Anziani cresciuti con le sue avventure in bianco e nero, adulti che guardavano i suoi film in tv, bambini che ne vestono ancora oggi i panni.

Zorro, il giustiziere mascherato, è uno degli eroi più affascinanti dell’era moderna. Coraggioso, spavaldo, fiero spadaccino, l’alter ego dell’aristocratico Don Diego de la Vega ha dato vita a un vero e proprio mito, il cui modello è poi stato ripreso nella gestazione di supereroi più moderni, da Batman in poi.

Zorro, don Diego de la Vega
©Webphoto

Metà giustiziere, metà bandito, metà Robin Hood, Zorro ha accompagnato generazioni di ragazzini che si sono forgiati con una precisa idea di giustizia. Una giustizia che non tutelasse solo ciò che si conformava alla legge, ma che andasse incontro alle esigenze dei più poveri, dei disagiati, degli indifesi degli sfruttati e di tutti coloro che non sapevano far valere i propri diritti. Ai primordi dell’epoca dei supereroi, agli albori dell’epica dei buoni, Zorro tracciava l’incipit di una storia grandiosa destinata a durare oltre un secolo. E forse ci siamo dimenticati troppo presto quanto fosse avvincente.

Il suo personaggio vide per la prima volta la luce nel 1919. Da allora in avanti, le opere televisive e cinematografiche che lo hanno celebrato sono tantissime, molte anche di produzione italiana. Zorro ha vissuto le sue avventure su piccolo e grande schermo, riuscendo a farsi mito sfruttando la leggerezza e l’ironia. A cavallo del nuovo millennio ci ha pensato Antonio Banderas a dare il volto allo spadaccino. Poi, la sua epopea è andata via via sfumandosi, restando confinata più che altro nell’ambito delle serie animate per bambini. All’inizio di quest’anno è apparsa invece su Amazon Prime Video una serie tv spagnola che tentava di rinfocolarne il mito.

Zorro combatte con Gabriella
©Webphoto

La serie spagnola, rimasta inedita in Italia, è stata una reinterpretazione fin troppo ardita delle avventure di Zorro. Un tentativo di rivisitazione di vecchi modelli che non ha avuto il successo sperato e che in molti Paesi non è stata neppure distribuita. Più attenzione c’era invece intorno alla produzione di Paramount+, affidata ad una casa franco-belga e distribuita anche in Italia a partire dal 6 dicembre (ecco una Guida alle serie tv uscite questa settimana). A vestire i panni dell’eroe mascherato è stato stavolta l’attore francese Jean Dujardin, premio Oscar per la sua interpretazione in The Artist. Gli otto episodi disponibili sulla piattaforma provano a ridare lustro a un personaggio iconico della televisione il cui fascino non passa mai di moda. Jean Dujardin interpreta un Don Diego de la Vega conformista e pignolo.

Sono passati vent’anni dall’ultima apparizione di Zorro nella piccola cittadina spagnola di Los Angeles. Suo padre, Don Alejandro de la Vega, ha governato per 45 anni ed è restio a lasciare lo scettro al già più che maturo figlio. Un infarto però causa la morte improvvisa di Don Alejandro, la cui eredità – che lo voglia o meno – spetta al figlio. Don Diego si ritrova così al comando. È lui il volto del potere, è lui a decidere delle sorti del suo popolo. Ha tanti progetti da realizzare, idee rimaneggiate per anni e anni, appunti e scartoffie su cui ha rimuginato per un ventennio e che ora ha la possibilità di mettere in pratica. La vita del burocrate è però grigia e priva di slanci e a risentirne è anche il rapporto con la moglie Gabriella, una donna sempre più spesso annoiata e recalcitrante.

Don Diego sembra l’immagine più lontana possibile da Zorro: noioso e formalista l’uno, avventuroso e sprezzante delle regole l’altro.

Zorro e Bernardo, interpretato da Salvatore Ficarra
©Webphoto

Quando però Don Emmanuel, un furfante arricchitosi alle spalle della povera gente, rischia di mettere in pericolo la sicurezza della città e dei suoi abitanti, un ritorno alle origini si fa più che mai necessario. È il fedele Bernardo, interpretato dal nostro Salvatore Ficarra – perfetto nella sua mimica facciale – a suggerire a Don Diego il ritorno di Zorro. Nonostante sia un po’ arrugginito, il vecchio spadaccino riprende maschera, mantello e l’immancabile stallone nero Tornado e prova a riportare la giustizia la dove la legge non può nulla. I primi episodi di Zorro segnano un nostalgico ritorno al passato.

L’eroe è sempre lui, spavaldo e fiero nelle sue rocambolesche avventure.

C’è il paffuto sergente che ha speso una vita a tentare di acciuffarlo, ci sono i soldati sprovveduti e facili da prendere in giro. Ci sono una fotografia e una scenografia che si allacciano alla tradizione delle vecchie serie tv degli anni ’50 e ’60, quelle con il cielo stellato che sembrava cartonato, i colori tenui e le scenografie elementari. Anche l’ironia è la stessa. Zorro è un personaggio comico, che si prende gioco dei furfanti e dei sergenti facendo sfoggio del suo acume. Nella serie di Paramount+ queste caratteristiche rimangono, ma poi gli episodi si concentrano sulla doppia vita e sulla doppia identità del personaggio.

Di giorno Jean Dujardin è Don Diego, un funzionario un po’ goffo che è incapace di prendere le redini del potere e del suo matrimonio. Di notte diventa Zorro, un eroe sprezzante del pericolo che tutti acclamano e rispettano. A farne le spese è prima di tutto Gabriella, annoiata dal matrimonio con Don Diego ed eccitata dallo charme e dalla vita avventurosa dell’eroe mascherato. Tutta la parte centrale della serie è dominata da questo contrasto tra i due personaggi, come fossero un dottor Jekyll e Mr. Hyde nell’America del XIX secolo. D’altronde, Superman aveva il suo Clark Kent, Spider-Man il suo Peter Parker, Batman il suo Bruce Wayne.

Zorro e Don Diego della Vega si comportano come due personaggi autonomi e agli antipodi.

A fare da collante c’è il personaggio di Bernardo, a cui Ficarra ha saputo dare ironia e credibilità. Uno dei temi che occupano la serie è la corruzione dei propri valori morali. Esistono dei compromessi che bisogna fare con la propria coscienza per poter andare avanti e districarsi in situazioni spiacevoli. Ma esistono anche dei confini oltre i quali nessuna ragion di Stato dovrebbe avventurarsi. Don Diego diventa il prodotto di una società corrotta, indossa la “maschera” del funzionario che ha sempre combattuto in gioventù. Diventa tutto ciò che ha sempre detestato, perde la bussola dei suoi principi, da maschera diventa una sorta di marionetta.

Don Diego riprende il mantello per poi ripiegarlo subito dopo. Ma Zorro è una figura che non può giacere impolverata nel ripostiglio di casa e infatti torna ogni volta, con diverse sembianze e sotto varie forme. La serie di Paramount+ (ecco la classifica delle migliori 10 del catalogo) è il racconto di un eroe in pensione che serve a mostrare la dicotomia di un personaggio ambivalente come Diego de la Vega. Ma sul finale, il messaggio che lo show vuole trasmettere è che la figura di Zorro non appartiene a nessuno e perciò appartiene a tutti. Don Diego non è l’unico a poter vestire i panni del mitico spadaccino: Zorro è una figura indipendente che potrebbe calzare a pennello su tutti coloro che ne abbracciano i valori.

La serie francese ha provato a rivitalizzare la figura di un eroe che resta sempre vivo nell’immaginario collettivo.

La produzione mirava a modernizzare una storia che è nata più di un secolo fa e che non può affidarsi al solo effetto nostalgia per funzionare ancora oggi (la Disney stava lavorando a un riadattamento animato). Zorro è anche una parodia, soprattutto di se stessa, e come tale diverte e risulta piacevole.