11.22.63 è stata una serie che, ispirata al romanzo di S. King, non si è limitata a toccare il tema “Salvare J.F. Kennedy”, ma si è a lungo concentrata su una relazione d’amore, quella fra il protagonista Jake e la bibliotecaria Sadie, che ha insegnato molto a livello emotivo.
La storia è vista principalmente dal punto di vista di Jake, che fin dall’inizio si trova in situazioni di difficile lettura e davanti a scelte molto complicate.
Jake ha una missione difficile, e uno dei più importanti consigli che riceve è proprio quello di non confidare mai a nessuno la sua posizione; è evidente che stringere relazioni implica automaticamente la volontà di confessare una cosa così incredibile come il venire dal futuro. Eppure, Jake ci mette non poco a decidere di cedere con Sadie: ormai le ambiguità erano diventate troppe, e rischiavano di mettere a repentaglio una relazione a cui il protagonista inizia a tenere sempre più. E dunque, sentimenti vuol dire anche problemi, ostacoli per chi ha un obiettivo che può cambiare le sorti della storia del mondo.
Tralasciando le modalità e gli eventi tragici che portano Jake a spiegare tutto a Sadie, va sottolineato un primo elemento: la donna decide non solo di credergli, ma anche di aiutarlo, diventando alla fine la sua collaboratrice, solo perché lo ama. Il sogno di entrambi è quello di vivere insieme per sempre, eppure nell’aria qualcosa sembra sempre ricordare loro che ciò non è possibile.
Nello specifico, 11.22.63, in pieno stile King, vive di scene enigmatiche che a volte sono volutamente inspiegate e inspiegabili; prima di entrare nell’interpretazione del ruolo dell’uomo col biglietto giallo sul cappello, cerchiamo di riepilogare come funziona il tempo nel mondo della storia.
Il portale temporale sfruttato da Jake lo riporta sempre in uno stesso momento nel 1960: il tempo che lui trascorre nel passato è irrilevante perché, al suo ritorno nel futuro, saranno passati sempre e comunque 2 minuti; in pratica, anche stando anni nel passato, quando tornerà nel 2016 nel bar saranno passati soltanto 120 secondi.
Inoltre, attenzione: se lui decidesse di tornare nuovamente al 1960 annullerebbe tutto quello che ha fatto nel precedente viaggio, facendo di fatto ricominciare tutto daccapo. Ed è proprio questo quello che Jake sceglie di fare, esclusivamente per amore; o meglio, il suo ragionamento è il seguente: il salvataggio di Kennedy ci ha consegnato un mondo estremamente diverso (in negativo) rispetto a quello che ci aspettavamo; a questo punto, non solo mi conviene tornare indietro per annullare tutto ma provo a cambiare la vita di Sadie, che nel 1960 passava da Lisbon.
Qui è il punto: l’uomo col biglietto giallo (che sia la sua coscienza?) lo incontra più volte, ma solo nell’ultima puntata lo mette in guardia. Egli è bloccato in un loop in cui tenta da tempo di salvare la figlia, ma ogni volta per un motivo diverso, la figlia muore ugualmente; Sadie, come sappiamo, muore nella vicenda salvataggio-Kennedy, e Jake deve riflettere a lungo sul fatto che l’incontro delle loro vite possa corrispondere con la morte della donna; tuttavia, c’è un inevitabile egoismo (anche positivo) dettato dall’amore che prova per Sadie che gli rende difficile credere di non poterla proteggere.
Alla fine, la sua scelta è la più dolorosa ma giusta: in una scena molto forte emotivamente, decide di rivelare alla Sadie appena conosciuta che in realtà si era sbagliato, e la aveva confusa con qualcun’altra. L’amore per la vita della sua donna trionfa sulla volontà di voler vivere con quella donna; in qualche modo viene ricompensato: molti anni dopo, nel 2016, una anziana Sadie concede un ballo a questo sconosciuto da un aspetto molto familiare.
11.22.63 insegna che la vita ha trionfato perché Jake ha scelto saggiamente di non intromettersi con il passato, come è invece avvenuto con la vicenda Kennedy.