Happy Endings è una serie Tv creata da David Caspe e prodotta dal 2001 al 2013 della ABC.
Se come me, non avete mai troppe comedy da guardare per allentare lo stress della giornata, Happy Endings fa per voi. È allegra, è vivace, divertente e stravagante.
Happy Endings inizia con Alex (Elisha Curthbert) che, alla comparsa di un misterioso ragazzo sui rollerblade scappa dal suo stesso matrimonio, lasciando sull’altare il fidanzato ed i testimoni, che poi si scopriranno essere gli altri cinque protagonisti. Lei è fuggita perché stava avendo ripensamenti riguardo alla sua relazione con Dave: lui l’ha data per scontata negli ultimi anni e comunque lei è arrivata al matrimonio senza parlargliene.Dave (Zachary Knighton) non la prende bene, ovviamente, e si rintana in casa nel disordine, sul divano ad ascoltare canzoni tristi.
Gli altri amici, alcuni disillusi, altri pronti già a risolvere la faccenda, lo spingono ad uscire da questa situazione depressiva. Dave in genere è un sognatore, una persona che vorrebbe avere un ristorante ma per ora ha solo un furgoncino dei panini ambulante, ma nella sostanza è buono, infatti cercherà presto di far pace con Alex per il bene del gruppo di amici.
In particolare la sorella di Alex, Jane (Eliza Coupe, Scrubs) tenta sin da subito di rimediare. Lei è molto legata ad entrambi e non vuole non poter invitare Alex perché c’è Dave e viceversa. È un bel personaggio, sopratutto quando, e quasi sempre è così, è abbinata al marito Brad (Damon Wayans Jr, New Girl), grande amico di tutti, sempre ben disposto anche verso certe isterie della moglie. Insieme sono una coppia ben funzionante, pronti a far ridere ma anche, quando necessario, a farsi valere. Inizialmente tentano di aver un bambino ma tutti i problemi tra Alex e Dave spaventano Jane, tanto da rinunciare momentaneamente all’idea.
La sessualità in Happy Endings è molto schietta, un punto di forza evidente perché spesso mostrata in maniera divertente, romantica o anche ridicola.
Senza questo componente probabilmente non sarebbe nemmeno stato chiaro che Max (Adam Pally) è gay, perché è molto poco stereotipato. È un tizio ossessionato dagli sport, talvolta scontroso che spesso si compatisce e che, fatalità, è anche omosessuale. Di lui questo fa molto ridere perché riescono a dargli battute che lo rendono molto normale, nel senso che non appare e non viene trattato come diverso pur parlandone, anzi. E questo è molto bello e ben riuscito.
E poi c’è Penny Hartz (Casey Wilson), fantastica Penny, ogni volta che entra nell’inquadratura non si mai cosa aspettarsi. Un momento ha l’autostima a mille, un’altra volta non crede in sé stessa, una volta altruista, una volta egoista, a volte generosa e sensibile, a volte pretenziosa e sconsiderata. Costantemente single, passa da un appuntamento disastroso all’altro alla ricerca di “quello giusto”, raccontando ai suoi altri amici, e quindi anche al pubblico, quando sia dura la vita da soli là fuori nei tempi moderni. In questo mi ricorda un po’ Aziz Ansari in Master of None.
A parte alcune situazioni fuori dalla norma, ma comunque divertentissime, che accadono al gruppo di amici, Happy Endings è uno show molto realistico e per questo sentito dallo spettatore. Il modo in cui i personaggi si comportano l’uno con l’altro, i modi in cui gestiscono le loro relazioni, come tendono sempre a rovinare le cose e poi tentare più o meno con successo di ripararle, tutto questo è molto umano. Happy Endings ti fa dire “oddio, funziona veramente così!”.
Questo quando sono seri, altrimenti è assolutamente folle.
Alcune puntate, o alcune scene sono veramente fuori dal normale, ma il cast, gli attori sono talmente convincenti che non puoi non credergli, e ti fanno spanciare dal ridere. Gli scrittori continuano a spingere il limite un po’ più in là, per vedere fin dove possono arrivare, un ragionamento che non mi stupirei di sentire da Louise C.K..
Happy Endings spicca anche per i dettagli: è piena di riferimenti alla cultura pop, e chi non li ama? Inoltre hanno anche dei termini ricorrenti, per sottolineare ancora di più il bel rapporto d’amicizia che hanno, ad esempio “amahzing”, cose che ci sono anche nei gruppi “reali”.Inoltre le Guest star sono molto ben amalgamate (forse sempre perché lavorano bene insieme?) nel contesto e non stonano nella puntata in cui vengono inseriti. Bisogna dargli atto.
Peccato però che sia stata cancellata e che non siano riusciti a portare Happy Endings in un altro canale. Nonostante questo, per il creatore lo show è stato un gran successo. Lui viene dal cinema e questa è stata la prima serie che ha creato (insieme ad uno degli showrunner di Scrubs, Jonathan Groff); non si lamenta ma c’è rimasto male – anche lui – perché la troupe lavorava bene insieme e ne erano orgogliosi. Per consolarvi però, sappiate che ha rilasciato dichiarazioni di come avrebbe potuto proseguire la trama orizzontale, ma lascio a voi trovarle per evitare spoiler a chi non ha ancora visto tutto Happy Endings.