Ah, proprio te cercavo! Ma, insomma, te che sei nel giro me lo sai dire come finisce Lost? Cioè sono morti tutti, giusto?
Inizia così questo mio articolo. Con un me di qualche ora più giovane che vaga tranquillo per l’Università in cerca di un suo precedente relatore. Il relatore, sia ben chiaro, animale fantastico e chimerico, non l’ho ovviamente trovato. In compenso mi sono imbattuto nell’ennesimo ultimo arrivato che costella questo meraviglioso mondo chiamato Lost.
A parte il fatto che, in tutta sincerità, non ho la minima idea di cosa abbia voluto dire con “te che sei nel giro”. Pare una cosa vagamente offensiva. Una roba da Carbonari o da raccomandati, fate voi. Fatto sta che la mia vita è disseminata di tali individui, a malapena conoscenti, che sempre pretendono da me una qualche rivelazione. Neanche fossi un messia. Rassicuro i miei lettori che non sono un messia. E neanche pretendo di esserlo. Tanto più che non ce ne sarebbe bisogno, in questo caso.
Le radici della questione affondano più addietro nel tempo, a una mia breve “invettiva pubblica” su quanto di Lost la gente non abbia capito un… un niente. Ecco. Ma sarà poi così complicato capirci qualcosa, direte voi? A giudicare dalla miriade di articoli sul tema e dalle top ricerche Google del tipo “finale+Lost+significato”, sì. A ben guardare, no. Basterebbe –e so quanto rivoluzionaria e sconvolgente possa essere questa mia proposta– aver seguito la Serie con costanza e logica. Dalla prima stagione all’ultima, la sesta.
Se avete iniziato Lost, vi ha annoiato o che so io, e lo avete ripescato dopo tre stagioni se non ci capite “un niente” è solo colpa vostra. Questo articolo ha quindi il compito primario di fungere da illuminante vademecum per chi ha avuto la brillante idea di riprendere Lost a distanza di anni attirato, magari, dall’interesse pubblico che il finale della Serie aveva ridestato. Neppure nell’era di Netflix siffatti individui hanno smesso di proliferare. E con siffatti individui spero sia chiaro cosa intenda. Degli emeriti… personaggi.
Per questo motivo, voi che vi siete emozionati come me, che avete passato le ore sui forum dedicati, che avete pianto, riso, bestemmiato per questa Serie potrete amabilmente mandare a farsi… Un giro sul nostro sito i “siffatti individui” ed evitarvi ore di sguardi vacui di fronte alle vostre spiegazioni. Lo stesso, ovviamente, spero valga per me.
1) “Ma quindi erano sull’isola per espiare le loro colpe?”
L’apparentemente meno irritante domanda che potrebbero porvi. Perché in un certo senso, ha un che di veritiero. Anche se loro in mente hanno ben altro, ovvero il punto numero 10 di questa lista. La risposta è nì. L’Isola per tutti i Losties ha rappresentato un modo per espiare le proprie colpe, per rimediare agli errori e scegliere una via diversa iniziando daccapo. Chi più, chi meno ognuno aveva evidenti recriminazioni da muovere a se stesso. Un passato turbolento che continuava a tormentarlo nel presente. Ma in quel meraviglioso percorso di crescita e progressiva autoconsapevolezza che è stato Lost, i superstiti del volo Oceanic 815 hanno riscoperto la gioia della redenzione. E lo hanno fatto nel rapporto con l’altro.