5) “Jack alla fine diventa un uomo di fede come Locke?”
Jack è forse la figura più complessa e nello stesso tempo paradigmatica di Lost. Rappresenta tutti noi. Il suo percorso è il nostro. Partiamo da una posizione di logici razionalisti, fautori di un positivismo scientista che non ammette se non una realtà materiale e inevitabilmente segnata nel suo cammino; e progressivamente finiamo per renderci conto della complessità di questa nostra esistenza; degli infiniti buchi neri che costellano il mondo e di quanto sbagliate fossero le nostre convinzioni. Jack, piegato in due in una profonda riflessione nell’episodio 6×05 (“Il faro”), è l’uomo che interroga se stesso, una versione contemporanea de “Il pensatore” di Rodin. L’uomo che mette in dubbio le proprie certezze.
Perché la risposta finale non è nello stolido razionalismo ma neanche in una fede cieca (che conduce alla morte Locke). Come chiariremo nel punto +1 +1 è in qualcosa di intangibile eppure incredibilmente reale: l’amore per l’altro.